Droni contro fuochi pirotecnici, ecco come stanno le cose.
27 maggio 2024 | di David Leoni
L’effetto ‘wow’ (inteso come stupore, meraviglia) ha i suoi costi. Che tuttavia non sono quelli sbandierati dai vertici dell’Ente per le iniziative del Locarnese quando si parla dello spettacolo di ‘Luci e Ombre’ eseguito con i droni. E non regge nemmeno il confronto con quanto proposto dalla ricca Ginevra sulle rive del Lemano, per nulla accostabile a quanto si potrebbe proiettare nel golfo di Locarno.
Nicola Bianchi e José Cavalli, rispettivamente direttore e project manager della Droneair Sagl di Lodrino, scuola di formazione completa e professionale di pilotaggio di droni, tengono a sgomberare il cielo dalle nubi al riguardo della fattibilità, a prezzi contenuti e in tutta sicurezza, di uno spettacolo affidato alla tecnologia dei droni illuminati quale alternativa ai classici fuochi d’artificio.
Nessuna intenzione, da parte loro, di aprire una polemica con quanto proposto, da 27 anni a questa parte, dagli organizzatori di Luci e Ombre. Solo delle puntualizzazioni, doverose. «Il ricorso ai droni è una questione di volontà – afferma, a mo’ di premessa, Nicola Bianchi –. A suo tempo (dicembre 2022) avevamo avanzato un’offerta all’Ente per le iniziative invitandolo a esplorare questa nuova forma di intrattenimento. Per contenere i costi, avevamo suggerito l’impiego di una flotta di 200 droni (ciascuno dotato di luce brillante) in modo da poter offrire al pubblico uno spettacolo con figure tridimensionali allettante. Solitamente per una manifestazione di una simile portata l’ideale sarebbe impiegare uno sciame tra i 4 e i 500 dispositivi, ciò che assicurerebbe una visibilità fino a 5 km dall’epicentro dello show (per intenderci dal Gambarogno si potrebbero godere le creazioni luminose della durata di una ventina di minuti). Il tutto dipende, ovviamente, dal programma scelto».
Capitolo costi, allo stato attuale della tecnica, uno spettacolo con 1’500 droni ha un costo massimo di 300mila franchi (personalizzabile, escluso Iva). Partiamo da una base di 200 droni che ha il costo di partenza di 16mila franchi. A incidere sulla fattura è naturalmente poi anche il programma da eseguire, con figure in 2 o 3D (queste ultime visibili da ogni angolatura quindi anche dalla collina) che, più sono laboriose, più aggiungono ‘peso’ alla fattura. Bisogna quindi stabilire quali disegni o scritte luminose si andranno a disegnare in cielo e calcolare il numero necessario di droni, il colore delle luci e via dicendo.
Fatti due calcoli, nel caso di Locarno con un budget di circa 50mila franchi si potrebbe offrire uno show con 500 droni, dal momento che, parola di esperti, «già duecento droni consentono un ottimo potenziale coreografico. A ogni buon conto sono le figure fantasmagoriche scelte che vanno ad adattarsi al tipo di spettacolo e non viceversa». Siamo dunque ben lontani dall’1,5 milioni spesi dalla Città di Ginevra per il suo festival ‘Feu ô lac’, dove sono stati mandati a volteggiare qualcosa come 1’350 droni.
Severe norme di sicurezza, nessun rischio per gli spettatori
Altro aspetto che ha fatto pendere il piatto della bilancia dalla parte dei fuochi pirotecnici (quest’anno con sottofondo musicale) quello della logistica: «Non servono terreni, duecento droni possono levarsi in cielo anche da una zattera nel lago. Avevamo a tale scopo individuato alcune aree idonee sulla riva». Capitolo sicurezza: «Non sorvolano il pubblico assiepato sul lungolago e nemmeno le case. A Lugano, ad esempio, per lo spettacolo proposto i droni hanno decollato dalla foce del Cassarate dal Lido di Lugano dove si sono spostati per circa 300 metri sul lago di fronte al Parco Ciani. Noi siamo attentissimi a ridurre i rischi, evitiamo i corridoi di volo impiegati dall’aviazione e dobbiamo sottostare a severe norme di sicurezza. L’ente di riferimento che vigila sull’impiego di questi piccoli mezzi volanti è Skyguide, che concede i permessi, di norma dopo le ore 20, quando le torri di controllo di Agno e Magadino sono chiuse, ma se dovesse esserci una necessità, il traffico aereo è a conoscenza della manifestazione perché segnalata con almeno 24 ore di anticipo. Con i promotori di eventi ci si trova normalmente un mese prima, si pianifica con sopralluoghi il perimetro dell’evento, con complessi algoritmi e software di programmazione si studia lo spettacolo da proporre, riprodotto in seguito con l’ausilio di un simulatore. Quindi il problema della pericolosità viene a cadere».
Ovviamente il giorno della manifestazione non vi devono essere condizioni di vento eccessivo o pioggia.
Ecocompatibilità, i vantaggi
Non da ultimo, gli aeromobili a pilotaggio remoto presentano un vantaggio dal punto di vista della sostenibilità ambientale (inquinamento fonico e da particolato generato dalle polveri fini): «Niente fragorose esplosioni e sibilo di petardi che spaventano gli animali (come pure gli anziani e i bambini piccoli), niente componenti che finiscono in acqua né detriti di alcun tipo, nessuna nube maleodorante a spettacolo concluso. Sono comunque dell’idea che se non si vuole rinunciare a priori a una delle due proposte (fuochi tradizionali o elettronici), l’idea di un mix potrebbe essere sicuramente originale e percorribile. Una combinazione quasi infinita di movimenti, botti e colori. Ripeto, è solo una questione di volontà. Ci si siede a un tavolo, si discute, si decide. Mettendo assieme più teste scaturiranno più idee anche innovative, da ammirare nel cielo notturno».
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